Vasilij Vasil’evič Kandinskij e l’astrazione del reale
Vasilij Vasil’evič Kandinskij nasce a Mosca da Lidija Tičeevae Vasilij Silvestrovič Kandinskij ricco commerciante di tè. Dopo aver vissuto a Monaco Di Baviera, inizia il suo percorso artistico ad Odessa presso la casa di una zia materna.
L’arte di Kandiskij nei primi anni della sua formazione crea paesaggi dipinti a spatola, ombrosi e stilizzati nelle forme. E’ pero, durante i primi del Novecento che l’autore abbandona in modo quasi definitivo ogni riferimento spaziale all’interno delle sue opere in favore dei colori. Due in particolare il rosso e l’azzurro in una strana forma di dilatazione e contrazione che creano un sentimento di disorientamento nei confronti dello spettatore. Sono le linee a indicare possibili movimenti lasciando che l’impronta puramente impressionista venga sempre meno negli occhi di chi guarda. L’artista affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che possiamo definire come “impressioni” che sono ciò che resta ancora del visibile, ossia l’impressione diretta e fisica della natura e degli oggetti, le “improvvisazioni”, nate all’improvviso e inconsciamente dalla profondità del momento e le “composizioni”, create con l’ausilio fondamentale e imprescindibile della presenza e fruizione dell’io cosciente.
La moderna produzione artistica deve basarsi secondo il pittore su una filosofia che trova il suo fondamento nel testo Astrazione ed Empatia. I canoni classici devono essere abbandonati perché attraverso di essi non è possibile rappresentare tutte le sfumature dell’emozione. Pertanto anche la figura impressionista si astrae lasciando allo spazio ai colori, che acquisiscono il compito di raccontare visivamente la dimensione spirituale attraverso l’opera d’arte.
Il pigmento infatti può avere un duplice effetto sullo spettatore chiamato “effetto fisico” e “psichico”. La dicotomia caldo freddo si ritrova accostata ai colori giallo e azzurro.
A questa polarità Kandinskij attribuisce un doppio movimento denominato: “orizzontale” e “radiante”. Il giallo è infatti dotato di un movimento che gli permette di farlo avanzare verso lo spettatore in base al piano in cui si trova fisicamente ed è inoltre dotata di un movimento eccentrico-centrifugo che tende ad allargarsi verso l’esterno. L’azzurro invece, è dotato di un movimento orizzontale che fa indietreggiare lo spettatore e crea un movimento concentrico-centripeto che si avvolge su se stesso, creando un effetto di immersione.
La composizione pittorica formata dal colore, crea e assume una forma che deve esistere nell’atto compositivo. Tale fondamento si fonda nel rapporto privilegiato tra forme singole e colori primari. Se un pigmento viene associato alla sua vera forma, gli effetti e le emozioni che scaturiscono sono potenziati. Pertanto secondo l’autore il giallo ha un rapporto privilegiato con il triangolo, il blu con il cerchio e il rosso con il quadrato. La composizione quasi musicale che il pittore mette in scena non deve rispondere a esigenza puramente estetiche ma deve essere coerente alla propria onestà interiore. Infatti se posiamo un solido come un quadrato sul vertice di una losanga la sua forma diventerà instabile e produrrà una diversa emozione negli occhi dello spettatore.
Va sottolineato che l’astrattismo secondo Kandinskij nasce per prima cosa da un’impressione. Esattamente com’era successo al pittore osservando l’opera i covoni di fieno alla mostra di Monet. L’artista resta profondamente emozionato da quella massa di colore giallo che riesce a veicolare emozioni.
Il pittore ricrea un’estetica basata sul segno e sulla forza del lirismo spirituale interiore. Solo le prime fasi artistiche infatti evidenziano la presenza figurativa, soggetti appartenenti al folclore russo e alla musica dove forma e colore già sono la manifestazione visibile dello spirito. Sarà solo nella sua produzione che abbandonerà queste tematiche per lasciare spazio ad acquarelli non figurativi. Nasce così lo scarabocchio, inteso come espressione diretta e quasi infantile. Un gesto rozzo istintivo, atto a cogliere la purezza dell’emozione. Questo verrà ripreso, rielaborato attraverso un filtro ed un’ impronta puramente intellettuale, che si concluderà nella sua ultima fase produttiva verso un tipo di studio definito: “Pittura biomorfa”. Una nuova forma di conoscenza intellettuale e spirituale che porta alla comprensione più profonda e segreta dell’essenza del mondo.
Dott. Christian Humouda