Marc Chagall
Costruttivismo, fauvismo, espressionismo, primitivismo, cubismo, futurismo, ci sono autori che trascendono le correnti antichizzandone i concetti e le idee.
L’arte pittorica di Chagall ricorda molto da vicino la matrice suprematista, più sotto un profilo concettuale, che non meramente pittorico. Una “liberazione del nulla” in favore di un riconoscimento dell’assolutezza della figura che si unisce alla realtà fantastica e favolistica, in un costruttivismo lirico, più vicino a Kandinskij che non a quello neoplastico di De Stijl.
Tutta la produzione artistica del pittore rimane costantemente “incollata” alla realtà del suo tempo. I paesaggi di Vitebsk, le strade ampie, i cancelli lignei, il mattatoio, le minuscole case vicine una all’altra che rendono il piccolo paese bielorusso un micro spazio di relegazione.
L’esilio umano e culturale della Russia zarista del tempo, le continue vessazioni perpetrate contro “l’ebreo errante”, creano nel pittore la necessità di conquistare un nuovo spazio vitale.
Il cielo diventa dunque luogo di resistenza, in cui la libertà va di pari passo con il desiderio di affrontare un presente limitato all’istante, ridisegnando il reale in forma allegorica.
Quella chagalliana é un’astrazione tanto più realista quanto simbolica del mondo circostante; una ricerca dell’ideale che si basa sulla percezione di quel simbolismo chaddista che porta alla fusione tra uomo e animale. L’astrazione di Dio nell’immagine dell’uomo, che viene raffigurata in una serie di oggetti che fluttuano in uno spazio immaginifico.
Il pittore segue più percorsi durante la sua maturazione artistica, la prima svolta creativa avviene negli anni ’20 con il viaggio nella terra francese. I fiori e la luce della patria della “Marianne” entreranno per sempre nella scala cromatica dell’artista, che con tonalità diverse continuerà a rappresentare la realtà del suo tempo.
Questa percezione delle forme e del colore lo avvicina ad una netta revisione della pittura cubista picassiana, spostando la sfera della percezione sulle diverse sfaccettature della società che vengono svelate dalla luce al fine di poterne trarre una morale collettiva.
La seconda ondata di luce nella vita non solo artistica di Chagall é l’incontro con Bella Rosenberg a San Pietroburgo. Da questo momento l’artista diventa per sempre il suprematista innamorato, di Bella e di tutto il mondo interiore che la ragazza porta con se’. Un amore fisico il loro, che dura fino alla morte di lei nel 1944 per colpa di un’infezione, ma che continua a sopravvivere all’interno del blu e del giallo dei suoi quadri.
I venti di guerra, la depressione profonda dell’artista per la perdita dell’amata si intravvedono attraverso i colori, che diventano sempre più tenui, quasi opachi. Espressione massima di tale sentimento si ritrova nell’opera “La crocifissione in giallo”, che diventa non solo l’emblema della sofferenza umana e divina, ma anche la decadenza di un intero mondo. Nella tela continuano ad essere presenti i simbolismi tipici della cultura ebraica, mentre, sullo sfondo i profughi fuggono da una città ormai in fiamme.
Tutta la vita artistica di Chagall si racchiude nella ricostruzione di un’isola felice in cui poter vivere lontano dal mondo, uno spazio astratto che vive solo nella sua anima, fatto di animali che pascolano su prati verdissimi fatti di silenzio. Mentre Bella, distesa su quelle stesse pianure, sorride.
Dott. Christian Humouda