Hilaire German Edgar Degas
Hilaire German Edgar Degas nasce a Parigi nel 1834. Figlio di una famiglia nobile, il giovane Degas si avvicina per volontà paterna allo studio della giurisprudenza che abbandonerà presto per iniziare il suo percorso artistico nell’atelier di Félix-Joseph Barrias.
La pittura di Degas viene profondamente influenzata dal simbolismo di Moureau, dalla tecnica pittorica di Delacroix e dai maestri italiani del Rinascimento. Fondamentale in una fase successiva sarà la figura di Giotto che l’autore definisce pieno di pathos e genio.
La tecnica del pittore francese si avvicinerà quasi subito al realismo. Famoso è il quadro rappresentante le “Giovani spartane” dove pone al centro dello spazio la figura umana nella sua completa nudità plastica.
Edgar, pur essendo considerato un impressionista, si allontana dal movimento grazie all’amicizia con Manet che lo condurrà a distaccarsi da quella realtà tanto amata dalla pittura accademica per ricrearne una nuova, più simile all’attualità del suo tempo.
La diversità tra la tecnica impressionista e quella degasiana pare ritrovarsi nella non esigenza di rappresentazione dell’attimo. L’autore mutua la sua tecnica da Igres e considera il disegno preparatorio la massima espressione della realtà del momento. La luce non è più l’unico motivo da ricercare per dipingere la realtà dell’attimo, poiché essa si può trovare tranquillamente negli oggetti circostanti.
Le linee pittoriche di Degas si presentano marcate atte a definire le forme in un reticolo prospettico di una pittura dove non vengono aboliti i colori. Il suo stile si evolverà insieme al suo campo d’interesse verso il movimento anatomico dei corpi nello spazio.
Le ballerine ne sono un suo tratto distintivo. Le forme dei corpi sono delineate, sinuose e la sensazione di movimento è acuita dall’utilizzo dei colori puri. Le figure vengono preparate con precisione maniacale come è possibile vedere nel quadro Lezioni di danza. Il corpo in movimento diventa dunque il vero protagonista della sua arte, come i cavalli e le successive sculture che lo accompagneranno ormai quasi cieco verso la fine della sua produzione artistica.
Dott. Christian Humouda