Ernst Paul Klee
Paul Klee nasce a Münchenbuchsee comune svizzero del canton Berna da padre musicista e madre cantante. Frequenta l’Accademia di belle arti di Monaco di Baviera venendo in contatto con il movimento artistico Jugendstil e il perfezionismo simbolista di Franz von Stuk.
Klee intende l’arte non come semplice rappresentazione della realtà (come era stato per i realisti o naturalisti fiamminghi), bensì come indagine che svela i meccanismi più profondi e nascosti della natura.
La ricerca artistica di Klee si instaura nel desiderio di porre un ordine al movimento. Kandinsky vede l’astrattismo come un punto di arrivo della pittura contemporanea, per Paul invece, è semplicemente un punto di partenza da cui è possibile rappresentare il mondo delle idee.
La realtà per il pittore svizzero si trasla in immaginazione, raggiungendo l’estremizzazione delle figure attraverso una visione interiore del mondo. L’immagine è pertanto, la rappresentazione fisica di una riflessione interiore.
Le prime opere di Klee riconducibili alla serie di acqueforti, dimostrano già lo stile simbolico, completamente figurativo con una forte presenza della linea. La base figurativa è ben visibile almeno fino all’incontro con Cezanne, che lo porterà ad una modificazione profonda del proprio stile pittorico. La riproduzione di paesaggi e ritratti faranno in modo da definire il suo lavoro vicino alla corrente impressionista.
L’avvicinamento nei primi anni del Novecento con gli artisti del Blaue Reiter condurranno l’autore a una serie di illustrazioni per il Candido di Voltaire. Qui le linee sono stilizzate, le figure umane si trasformano in segni affusolati e discontinui simili alle zampe degli insetti, in una commistione che ricorda la metamorfosi di Gregor Samsa.
Sarà però l’incontro con Delaunay, maestro del cubismo e del colore, a spingere Klee a creare un nuovo modo espressivo portando la base della propria pittura su piani colorati. Il suo personale simbolismo fa la sua comparsa sussurrante è la fase matura della sua produzione. Qui le immagini come il fiore che muta in orologio, la stella, la luna e le figure umane si stilizzano diventando simboli essi stessi sparsi dentro ad un piano più ampio. Ormai ammalato di sclerodermia, Klee si avvicina allo stile picassiano rappresentando il male di vivere con profonde pennellate nere che si ripetono sulle tele. Il colore è sempre più pastoso e l’aumento della connotazione drammatica delle sue opere altro non è che, un presagio continuo di morte che si abbatterà dopo il compimento dell’Ultima natura morta. Il testamento spirituale e artistico che abbandona Klee alla magnificenza del tempo.
Dott. Christian Humouda